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Un nemico da sconfiggere: il patriarcato

Aggiornamento: 9 gen

di Ottavia Mermoz


Come Casa delle donne ci occupiamo di violenza di genere e quando ci chiediamo da cosa

derivi, quali siano le radici, pensiamo alla cultura del patriarcato.

Il patriarcato è etimologicamente il predominio del patriarca uomo, nella sfera pubblica e

familiare. Nel pubblico egli esercita ruoli di comando, di autorità morale e prestigio sociale,

nel privato, in famiglia, l’autorità si sposta sulla moglie e sui figli.

Il patriarcato nasce dal matrimonio di convenienza, dell’economia contadina, in cui l’uomo

lavorava i campi, semina e raccolto, mentre le donne erano addette ai lavori interni, animali

da cortile e orto, conservazione delle derrate per l’autoconsumo.


Per contro, nel modello borghese, l’uomo detiene la proprietà dei mezzi di produzione o l’uso e il controllo di essi e, la separazione tra vita pubblica e vita familiare richiedeva una strategia di subordinazione economica o relegazione a ruoli marginali della donna, sino alla rinuncia ai beni di proprietà.

A mettere in crisi questo sistema sono in Inghilterra nell’800 le suffragiste, donne borghesi

che assieme al diritto di voto, il suffragio appunto, rivendicano il diritto all’istruzione e, per le donne sposate, la gestione e l’uso delle proprietà e dei beni personali, la tutela dei figli in caso di separazione o vedovanza.

Una rivoluzione non solo sociale, ma anche economica perché porta alla decadenza della

autorizzazione maritale che impedisce alle mogli la gestione dei patrimoni ereditari e la tutela degli stessi in via giudiziaria, privando di notevoli cespiti il capofamiglia.

In Italia l’autorizzazione maritale viene abrogata nel 1919, ma consuetudini, passività e

timidezze vengono mantenute a lungo, senza dimenticare la concezione che ha il fascismo del ruolo delle donne le quali vengono annichilite, escluse dall’istruzione superiore, dal pubblico impiego e dall’insegnamento della filosofia.

Solo ruoli ancillari: sorelle, spose, "angeli del focolare" ma, soprattutto, madri prolifiche.

Il dopoguerra, la Costituzione, il suffragio universale, lentamente riportano il tema della

parità dei genere con le lotte femministe e la contraccezione non ultime.

L'uso della Pillola contraccettiva è una rivoluzione, un passo decisivo verso la libertà di gestire il proprio corpo: saranno le donne a decidere se e quando procreare ma resta il freno insidioso degli stereotipi.


Stereotipo è una credenza diffusa, vera o falsa, che diventa inconsciamente parte del senso

comune, una bugia ripetuta all’infinito che diventa verità e come tale trasferita in ambito

familiare e sociale.


L’Istat a riguardo ha promosso una ricerca su credenze quali “E’ soprattutto

l’uomo che deve provvedere alle necessità economiche della famiglia”(27,9%), seguito da “E’ l’uomo che deve prendere le decisioni più importanti della famiglia” (8,8%), con il corollario “Gli uomini sono meno adatti occuparsi delle faccende domestiche” (31,5%) portano alla naturale conseguenza della casalinghitudine della donna, della rinuncia a cercarsi una occupazione inoltre “Per l’uomo più che per la donna è importante avere successo nel lavoro”(32,5%) unito a “Nella scarsità di posti di lavoro il datore di lavoro dovrebbe preferire l’uomo”(16,1%), rendono uffici e aziende non inclusivi e poco appetibili per le donne oltre a giustificare il gap salariale dell’11% a parità di occupazione e funzioni.

Gli stereotipi purtroppo sono come l’acqua per i pesci, proprio perché ci circondano non li

vediamo più.


Esiste forse un’arma letale, come gli interventi di prevenzione nelle scuole

di ogni ordine e grado ma ecco un’altra contraddizione: sono gli insegnanti stessi, indipendentemente dai libri di testo (un florilegio al riguardo), i divulgatori inconsci proprio nella rigida applicazione dei programmi scolastici.

La storia è ricca di condottieri, generali, vincitori, dittatori o uomini di Stato illuminati e

democratici, sempre uomini. Così la filosofia e la letteratura, per non parlare delle scienze che non sono proprio per le donne!

A contrastare questi anacronismi potrebbero intervenire le associazioni femminili, noi ad

esempio, con Progetti dedicati a sfatare stereotipi e promuovere un mainstream di comportamenti il cui obiettivo è la complementarietà dei generi, ovunque.


Gocce nel mare, che devono comunque essere prese e promosse senza timidezza nonostante le resistenze ed è questa la sfida che lanciamo per trovare alleanze e nuove volontarie a farsi carico, condurre con noi, delle iniziative mirate nelle scuole: abbiamo idee, progetti sperimentati, scuole disponibili, ma forze limitate.

Scrivete e ne parliamo : segreteria@casadonneivrea.it


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