Leila e Ariella vengono da due contesti molto diversi e le loro vite avrebbero potuto non avere nulla in comune, ma Leila musulmana palestinese e Ariella ebrea israeliana attraverso esperienze differenti sono arrivate alla stessa convinzione che l'unica via per risolvere il conflitto che avvelena la loro terra sia mettersi nei panni dell'altra e rifiutare la violenza
Ariella ha fondato nel 2014 il movimento “DONNE PORTATRICI DI PACE”, organizzano diverse iniziative per cercare di far capire a chi ha il potere di agire l'importanza del dialogo: marce convegni e incontri nella scuola ma anche negli insediamenti dei coloni per portare le storie di altri contesti di altri paesi in cui si è riusciti a raggiungere una riconciliazione.
Alcune attiviste hanno cominciato a partecipare alle riunioni del parlamento, tutte in abito bianco e sciarpa turchese per essere ben riconoscibili, così da fare pressione anche solo con la presenza sui leader in merito alle istanze che stanno loro a cuore.
Poi si sono rese conto che dovevano assolutamente unire le loro voci a quelle di tante donne che dall'altra parte del confine facevano lo stesso donne palestinesi “DONNE DEL SOLE,” con motivazioni uguali.
DONNE di qualunque fede e simpatia politica ebree ed arabe accomunate dalla volontà di porre fine al conflitto ed avere più forza all'interno della società
L’ultima manifestazione unitaria ha luogo il 4 ottobre 2023
Si sono incontrate al muro di separazione tra Gerusalemme est e Cisgiordania, abiti bianchi con fascia turchese insieme agli hijab arabi, una mescolanza che anche visivamente significava Pace.
“Abbiamo sfilato fino al monumento della tolleranza e poi fino al Mar Morto palestinesi e israeliani uomini e donne e ci siamo seduti a un simbolico tavolo della Pace dove abbiamo richiamato l'urgenza della partecipazione femminile alle trattative di pace .
Alla fine abbiamo letto un documento condiviso che è chiamato l'appello delle madri in cui chiediamo la fine dello spargimento di sangue nella nostra terra.”
Poi tutto è precipitato il 7 ottobre successivo.
“La strage era talmente un’enormità che mi sembrava facesse parte di un film distopico. Invece era tutto vero. Hanno iniziato ad arrivarmi messaggi di amici ebrei e la realtà di ora in ora, di giorno in giorno, è diventata più chiara. Impressionante. Terribile. Inimmaginabile.
Come tutti sapevamo che la risposta alla strage è stata violenta e duratura
Poco dopo sono iniziati i bombardamenti sulla Striscia.
E io sono diventata per molti in quanto palestinese, corresponsabile della strage di Hamas“
Sono passati 7 mesi: I morti accertati sono più di 36.000, di cui più di 15.000 bambini. Sono morti più bambini a Gaza negli ultimi mesi che nelle guerre combattute in tutto il mondo negli ultimi 4 anni. Una macchia indelebile che rimarrà per sempre sulle coscienze di noi tutti.
A 2 milioni di sfollati sono negati i diritti fondamentali: medicine, cibo e acqua pulita. Un massacro, di cui non si vede la fine, da parte di un governo considerato democratico ed appoggiato da molti
Eppure queste donne continuano faticosamente a lavorare per la pace perché CONVINTE che proprio questo sia il momento per parlare di riconciliazione, che non si può più aspettare.
Queste le parole di un messaggio congiunto di queste donne di pace:
“Il presente e il futuro dei cittadini palestinesi e israeliani sono inseparabili. Non si tratta di “noi” contro “loro”, né di una situazione in cui una parte deve o può sconfiggere l’altra. La sicurezza sarà raggiunta solo quando entrambe le parti vivranno con dignità: o perderemo tutti in guerra, o vinceremo tutti in pace.
Lo sappiamo che per arrivare alla pace duratura avremo bisogno di
• cambiare I NOSTRI LEADER CHE IN 75 ANNI hanno ignorato la questione palestinese,
• ottenere il sostegno dei governi nel mondo non alla guerra inviando armi , ma alla trattativa imponendola se necessario
• e soprattutto di mobilitare tutti coloro che sono ancora indifferenti ..per un MECCANISMO DI AUTO ASSOLUZIONE. “se non posso farci niente ..preferisco non vedere”
Di questo siamo consapevoli e ancora più determinate …”
Ogni, madre, ebrea a o araba, dà alla luce i suoi figli per vederli crescere e fiorire, non per seppellirli…
Noi vogliamo immaginare un futuro con queste donne sedute su una panchina che raccontano di sé… dei figli non più costretti ad andare in guerra… di quando erano bambini… Cosa farai da grande? Il medico… il pompiere…il giornalista … Nessuno il soldato.
E sommessamente insieme recitare la preghiera delle mamme…
Un sussurro del vento dell’oceano soffia da lontano e il bucato sventola all’ombra del muro…
Tra cielo e terra ci sono persone che vogliono vivere in pace: non arrenderti, continua a sognare di pace e prosperità…
Comments